martedì 29 novembre 2011

Pizza alta alta e soffice soffice con salsiccia e patate


Chi mi conosce almeno un po’ sa benissimo che ho un problema con la pizza. Niente di grave, nessuna intolleranza ai latticini, nessun fastidio con il nostro amico glutine né tanto meno con il pomodoro. Si tratta solo di dipendenza.  
Mi sono costretta  a mangiarla solo una volta a settimana, lo so, lo so, sono una campionessa di autocontrollo, per cui va da se che per 6 giorni e mezzo alla settimana penso a come sarà questa benedetta pizza. Me la immagino, la pregusto, faccio accurate analisi statistiche intersecate con precise valutazioni economiche (= ambarabacciccìcoccò) per decidere in quale pizzeria prenderla. Interminabili ore di tormento interiore, richieste disperate di consigli (puntualmente ignorati, ovvio) su quesiti di vitale importanza come “che dici, basilico extra?”, crisi mistiche e crolli nervosi. Per poi arrivare al fatidico giorno e… “però cavoli, è tanto che non impasto qualcosa…Vediamo…la farina c’è….il pomodoro c’è…il lievito c’è….” :)

Per 6 persone (una teglia):
200g farina 00
300g farina manitoba
1 patata media farinosa (150-200g)
1 cucchiaio d’olio EVO
½ cubetto di lievito
1 cucchiaino di sale
Per condire:
150g polpa di pomodoro
Un cucchiaino d’olio
Un pizzico di sale
origano
150g mozzarella
1 grossa patata a pasta gialla
1 salsiccia
1 cucchiaio d’olio
1 spicchio d’aglio
1 cucchiaino di aghi di rosmarino



L’impasto: Lavare bene la patata, metterla in un pentolino, coprirla di acqua fredda  e mettere sul fuoco. Portare a ebollizione e cuocere per circa 15-20’, finché la patata sarà morbida ma non sfatta. Sbucciarla, schiacciarla e tenerla da parte.
Mescolare le due farine e disporle sul piano da lavoro e fare la fontana: al centro mettere il lievito sbriciolato e aggiungere gradualmente dell’acqua tiepida, mescolando inizialmente con una forchetta e poi con le mani. Aggiungere la patata (ormai tiepida/fredda), il lievito l'olio e il sale e continuare a impastare, raccogliendo gradualmente la farina. Quando tutta la farina è stata incorporata nell’impasto e questo ha raggiunto la consistenza giusta lavorarlo per una quindicina di minuti, finché sarà ben liscio ed elastico. Riporre l’impasto in una ciotola leggermente infarinata, coprirla con un panno e riporre al calduccio e a riparo da correnti d’aria (io quando fa freddo scaldo poco poco il forno, lo spengo e chiudo lì dentro l’impasto) per 2h circa, finché il volume non sarà raddoppiato.
Rovesciare l’impasto nella teglia che si userà per la cottura (ungetela con un po’ d’olio o rivestitela con un foglio di carta forno. Io preferisco decisamente la prima opzione :) ) e, senza impastare, allargare dolcemente l’impasto con le mani, stendendolo su tutta la superficie della teglia. Coprire di nuovo con il panno e far lievitare ancora, per circa 1h, finché avrà raggiunto grosso modo lo spessore che desiderate.

Il condimento: Nel frattempo scaldare il forno a 200°C, mettere in una teglietta un cucchiaio d’olio, lo spicchio d’aglio schiacciato e il rosmarino e infornare per 5-10’, finchè inizia a sfrigolare leggermente. Sfornare, aggiungere la patata pelata e tagliatela a spicchi, mescolare un po’ e infornare di nuovo per circa 20’, finché le patate saranno cotte ma non ben dorate. A metà cottura aggiungere anche la salsiccia a pezzetti.
Condire la passata di pomodoro con un pizzico di sale, una manciata abbondante di origano e un filo d’olio, metterla a cucchiate sull’impasto, distribuendola delicatamente con un cucchiaio. Infornare per circa 20’ a 200°C nel ripiano di mezzo del forno, finché la pizza sarà quasi perfettamente cotta. Sfornare, aggiungere la mozzarella a dadini, le patate e la salsiccia e ri-infornare, disponendo la teglia nel ripiano più alto, accendendo il grill. Stare con la faccia incollata al forno e appena la mozzarella sarà sciolta e le patate dorate sfornare, tagliare e GNAM!



Note:
- la patata lessa rende la pasta molto morbida quindi meglio non ometterla;
- incredibile ma vero, il giorno dopo è ancora più buona :)

venerdì 25 novembre 2011

Briochine integrali di zucca e datteri in un abbraccio di miele :)


Queste volevo proprio farle, da un saaacco di tempo, da quando nei panifici e nelle pasticcerie di Udine sono iniziati a spuntare sofficissimi e coloratissimi pan di zucca… Ne sono golosissima, è quasi impossibile che esca da uno dei succitati luoghi di perdizione senza uno di loro nel sacchetto (o, più spesso, già tra le zampe o direttamente tra i denti ^_^”). Qui è tradizionale quello con le uvette, ma si sa, a me di notte vengono le ideone.
“Farina integrale, che mi piace di più, poi non lo zucchero bianco, meglio di canna…anzi no, anzi no, miele! Sisi miele, miele, decisamente! E poi uvetta….uhm…uvettauvettauvetta… DATTERI!"
E via discorrendo. Per fortuna nessuno mi vede in questi momenti di notturna ossessione per il cibo, perché è tutto uno strabuzzare di occhi, un’esultanza silenziosa e un slap slap di leccatine sulle labbra che pregustano briochine.
Ad essere sincera, avevo già reso realtà questa ideona, ma nel giorno sbagliato, una domenica mattina in cui avevo confidato troppo nel mio orologio biologico.
"non metto la sveglia così non sveglio nessuno, tanto sono abituata, sicuro alle 7,30 sono come un grillo!"
Si, come un grillo, morto però. Quella volta, causa sveglia alle, ehm, 10-10 e mezza e un invito a pranzo all’una, erano venute dei mattoni compattissimi (e sì che avevo incitato tantissimo il lievito!). Erano dei mattoncini, ma il sapore prometteva bene, quindi le ho rifatte (nel pomeriggio, meglio non rischiare…) ed eccole qui, ben riuscite! :)


Per 10-12 briochine hai bisognoddì:
125g farina 00 integrale
200g farina manitoba
200g polpa di zucca al netto degli scarti
½ cubetto g di lievito di birra
50g di miele (secondo me stanno benissimo quello di fiori d’arancio e quello di acacia)
40g burro
70ml latte intero
Una manciata di datteri
1 grattatina di noce moscata
1 arancio non trattato
Per servire:
Miele qb


Tagliare la zucca a cubettoni e cuocerla a vapore (o in forno a 150°C) finché non sarà morbida, quindi passarla al passaverdure e lasciarla raffreddare. Scaldare leggermente il latte e scioglierci dentro il lievito sbriciolato e il miele. Mescolare le farine e un po’ di noce moscata e fare la fontana: mettere al centro la zucca ormai tiepida/fredda (se è troppo calda i lieviti tirano le cuoia!), il burro morbido a fiocchetti, la scorza grattugiata dell’arancio e iniziare ad impastare, aggiungendo gradualmente il latte. Impastare bene, fino ad ottenere un impasto liscio ed elastico, aggiungere i datteri denocciolati e tagliati in quarti e lavorare ancora un po’, in modo da distribuirli uniformemente. Mettere l’impasto in una ciotola, coprire con un panno e far lievitare in un luogo tiepido finchè non sarà raddoppiato di volume*. Riprendere l’impasto e, senza lavorarlo troppo, ricavarne una decina di palline, disporle ben distanziate in una teglia imburrata (o in degli stampini, come nel mio caso), coprire e lasciar lievitare ancora, per circa 2h, finché saranno belle gonfie.
Cuocere per 20’ a 180°C, sfornare, lasciar intiepidire e servire con un filo di miele sopra ;)
Se vi sentite particolarmente golosi, scaldate in un pentolino un cucchiaio di miele e un cucchiaio di succo d’arancio, metteteci delle scorzette ricavate con il magico attrezzino apposito e versate sulle briochine un filo di questo miele plus :)

* quando fa freddo, tipo oggi, cioè ieri, io scaldo poco poco il forno, lo spengo e metto l’impasto lì :) 


con questa ricetta partecipo al contest "con un po' di zucca" di farina, lievito e fantasia per la categoria dolci:)


mercoledì 23 novembre 2011

(pseudo) Taboulè per colazione :)


La mattina, dopo l'allenamento quotidiano in uno dei miei sport preferiti, "il lancio della sveglia", niente mi convince a sbucare da sotto quella nuvola foffosissima che è il mio piumone. 
"Sta andando a fuoco la casanon importa, confido che il mio piumone sia ignifugo.
"Farai tardi a lezione" mannnòòò, quando mi impegno vado in bici che neanche un ciclista super dopato. 
Niente mi convince, se non due cose:
- "oooohhhh è tutto imbiancato dalla neve" - affermazione di cui certi soggetti fanno un uso fraudolento, facendomi catapultare giù dal letto, per poi correre alla finestra e accorgermi che c'è un sole che la metà basta. Scherzetto che, a quanto pare, non passa mai di moda =_="
- il pensiero della colazione.

Ebbene, il profumo del caffè, il pensiero di sedermi a tavola, rigorosamente in pigiama e sgranocchiare ghiottonerie (meglio ancora se guardando i cartoni animati), mi fa schizzare  dal letto come una lepre. La colazione è il mio pasto preferito, perchè comprende dolcetti, frutta secca, e qualunque bombetta ipercalorica che mi fa gola in quel momento "chè tanto ho tutta la giornata davanti, vuoi che non la smaltisca?!" Considerando la mia bradipaggine, la risposta in realtà è NO, ma la colazione è magica, e mentre sorseggio il cappuccino e infilo le dita nel barattolo della marmellata, sono così di buon umore, così ottimista, ma così ottimista da essere assolutamente certa che da oggi diventerò super atletica e entro un mese-massimo due avrò un vitino che neanche la più smilza delle vespe. 
SEEEEEEEEEEEEE.
Il classico è un cappuccino (bello abbondante eh!),  pane e marmellata, o biscotti, o una fetta di torta...oggi però avevo voglia di una colazione alternativa. C'è un sacco di frutta secca dentro, è un'ottima colazione per affrontare una giornata densa di lavoro/studio/impegno vari. E' bella sostanziosa, ma ho tutta la giornata davanti, vuoi che non la smaltisca?? :)

Per due persone hai bisgnoddì:
40g boulgur
2 cucchiaini di fiori d’arancio essiccati
100g in tutto tra:
Zenzero candito
Uvetta cilena
Mango disidratato
Albicocche disidratate
Datteri
Mandorle
1 cucchiaino di miele

Portare a ebollizione 300ml d’acqua, quindi metterci in infusione i fiori d’arancio per 10’. Quando l’infuso è tiepido eliminare i fiori e versarne 200ml in una ciotola con l’uvetta, il mango e le albicocche, lasciandoli in ammollo finché si saranno reidratati e saranno morbidi.
Riportare a ebollizione i 100ml rimasti, aggiungere il boulgur, cuocere per 7’ quindi spegnere, coprire e lasciar riposare per una mezz’oretta, finché sarà ben gonfio. Sgranare il boulgur con una forchetta, aggiungerci la frutta scolata e fatta a pezzi, i datteri e le mandorle, finire con un filo di miele e… Buona colazione :) 

lunedì 21 novembre 2011

Zuppa di cereali, porcini e castagne

Non so alle vostre latitudini, ma qui in Friuli è arrivato il famigerato "freddo becco", il che mi ha fatto ricordare che dovevo ancora condividere con voi (25 followers! *_* sono emozionata!) questa minestra. L'avevo fatta circa due settimane fa, quando ho fatto una capatina in Sardegna e, anche se lì non faceva particolarmente freddo, ho deciso di iniziare i miei al "culto della zuppa" :P è rustica, saporitissima e coccolosa, spero che vi piaccia! :)


Per quattro persone hai bisognoddì:
160g di orzo perlato
160g di farro
40g porcini secchi
1 cipolla
1 foglia d’alloro
1 cucchiaio d’olio EVO
4 pugni di castagne (uhm, mi son scordata di pesarle ^^)

Per il brodo di carne aromatico:
l’acqua dei funghi
1 carota
1 cipolla
1 gambo di sedano
1 bel pezzo di carne di manzo*
Qualche grano di sale grosso



* se vi interessa solo fare il brodo potete usare tagli abbastanza scrausi come il sottospalla, se invece volete fare l’amplen e fare anche un ottimo secondo da servire dopo la zuppa potete usare un taglio un po’ migliore, come il taglio reale, ad esempio. In ogni caso si possono aggiungere “scarti” dell’animale, come la coda, qualche osso, ginocchia ecc, che insaporiranno il brodo e faranno la felicità del vostro cane :)

Mettere i funghi a bagno in  1 litro di acqua tiepida per qualche ora, quando saranno ben reidratati scolarli, filtrare l’acqua e conservarla. Trasferire l’acqua dei funghi in una ciotola capiente, aggiungere le verdure e la carne di manzo, portare a ebollizione, aggiungere il sale e far cuocere a fuoco bassissimo per circa 2h, schiumando di tanto in tanto, finché la carne sarà tenera e il brodo ben saporito.
Mettere le castagne e la foglia d’alloro in una pentola, coprirle di acqua fredda e portare a ebollizione. Quando bolle abbassare il fuoco e far cuocere per un quarto d’ora circa, finché saranno cotte ma ancora sode. Scolatele, sbucciatele e tenere da parte.
Affettare sottilmente la cipolla e farla stufare con l’olio, quindi aggiungere i cereali (preventivamente sciacquati per benino in acqua fredda) e mescolare energicamente con un cucchiaio di legno, facendo tostare i cereali un po’ come si fa per il risotto. Aggiungere i porcini (non tagliuzzateli, è bello che si vedano, è una zuppa rustica!) e 700ml di brodo, quindi far cuocere per 40 minuti circa, mescolando di tanto in tanto e controllando spesso: se necessario aggiungete brodo. Quando la zuppa è cotta impiattare e servire con una manciata di castagne spezzettate per ogni commensale.
NB: le castagne possono sembrare un inutile sbattimento, ma vi assicuro che danno al piatto una marcia in più, conferendo una nota delicata. 


venerdì 18 novembre 2011

Biscotti al miele e doppio mango


Qualche giorno fa ero invitata a pranzo e, si sà, non ci si presenta a mani vuote quando si è invitati a pranzo. Sicchè buccetta la sera prima ha impastato e il gran giorno si è alzata di buon mattino e ha: steso, ritagliato e infornato biscottini. Poi si è imbellettata (= ha cercato invano di nascondere delle occhiaie che le conferiscono quel non so chè che solo i panda hanno) ed è andata al famigerato pranzo. Tutto bene finchè la padrona di casa non ha detto "vuoi un biscottino?" e la mia faccia è passata da :) a :| a :O 
I BISCOTTINI!  Dimenticati inesorabilmente a casa. Eccoli qui :(
ps - la bellissima modella in foto è Coco, classe 2009: un brillante passato come come mordicchiatrice di libri e un fulgido futuro come modella :D


Per una scatola di biscotti hai bisognoddì:
270g farina
80g burro
70g miele
50g zucchero di canna
1 cucchiaino lievito
300ml di tè nero aromatizzato al mango
70g mango disidratato

Oltreché:
tagliabiscotti
mattarello

Mettere il mango in una ciotolina e versarci sopra 200ml di tè ancora caldo. Lasciare in infusione finché il mango non sarà morbido e ben reidratato, quindi scolare e tenere da parte.
Mettere i 100ml di tè restanti in un pentolino insieme al miele e allo zucchero e portare a ebollizione mescolando continuamente. Quando bolle togliere dal fuoco, aggiungere il burro a pezzi e mescolare finchè non sarà fuso. In una ciotola setacciare la farina insieme al lievito, quindi versarci a filo il composto liquido tiepido, sempre mescolando. Aggiungere anche il mango tagliato a pezzettini e continuare a mescolare. Quando l’impasto sarà omogeneo (è normale che sia super colloso, don’t worry) coprirlo con della pellicola e metterlo in frigo, dove starà tranquillino per una notte.  L’indomani stendere l’impasto in una sfoglia abbastanza sottile (3mm circa) e ritagliare i biscotti con delle formine, quindi infornare a 180°C per circa 10’.  
NB: super sottili sono buonissimi, alcuni dei miei erano un pò troppo cicciottelli e risultano un pò pastosi se mangiati da soli. Inzuppati nel tè invece sono buonissimi in ogni caso :)

Con questi biscottini partecipo al giveaway di Arabafelice, per la categoria cookies :)



mercoledì 16 novembre 2011

Potage velouté aux champignons, ovvero vellutata di champignon di Julia Child


Autunno, si sà, chiama zuppa e, regola un po' meno universale forse, il libro di Julia Child chiama Buccia :P ovviamente ho risposto all'appello (sono una banana educata, io!) e ho fatto questa vellutata (di cui non riesco assolutamente a pronunciare il nome, ma non importa). Mi è piaciuta molto, super fungosa e delicata, e coi crostini andava giù che è una meraviglia! 
In realtà ho usato un procedimento leggermente diverso rispetto a quello illustrato dalla vecchia JC, ma non temete, trovate le note con le indicazioni originali in fondo :)


Per 6-8 persone hai bisognoddì:
Per la base:
4 cucchiai di cipolla tritata
15g di burro (1) 
15g di farina (2)
1,5 l brodo di pollo bollente 
Sale e pepe
350-450g champignon freschi  – solo i gambi
Per le cappelle:
15g burro (3) 
Le cappelle dei funghi
1 pizzico di sale (¼ tps)
Qualche goccia di succo di limone 
Per servire:
2 tuorli d’uovo
100ml panna fresca (4)
15-30g (½ - Ioz.)  burro morbido (facoltativo, io non l’ho messo)


La base: stufare le cipolle nel burro, cuocendo dolcemente per 8-10’ finchè saranno morbide ma non dorate. Aggiungere la farina, quindi alzare il fuoco e cuocere per 3’, la farina si tosterà ma le cipolle non dovranno dorarsi. Fuori dal fuoco aggiungere il brodo e frullare il tutto accuratamente. Aggiungere i gambi dei funghi ben puliti e tritati e far cuocere a pentola semi-chiusa per 20’ minuti o più, schiumando di tanto in tanto. Spegnere il gas e frullare nuovamente tutto con il minipimer. (5)

Le cappelle: far sciogliere il burro in una pentola, quando schiuma versare le cappelle dei funghi ben pulite e affettate sottilmente, il sale e il succo di limone. Coprire e cuocere dolcemente per 5 minuti.
Aggiungere le cappelle alla base della salsa, tenendone da parte qualcuna per guarnire, e proseguire la cottura per 10 minuti, quindi frullare ancora il tutto.
Sbattere i tuorli con la panna in una ciotola, quindi aggiungere gradualmente 250ml di zuppa calda, continuando a sbattere. Versare anche il resto della zuppa e sbattere ancora un pochino. Versare di nuovo tutto nella pentola e far andare a fuoco moderato per 1-2 minuti, per cuocere i tuorli, senza però portare a bollore. Togliere dal fuoco e aggiungere, eventualmente, il burro morbido un po’ per volta, mescolando. Io ho servito con dei gambetti di prezzemolo tritati e qualche crostino :)


Ricetta tratta da “Mastering the art of french cooking”


Note:
(1) scrivendo la ricetta mi son resa conto che in originale sarebbero 45g (!!) ho letto ½ oz mentre in realtà era I½ oz.
(2) stessa cosa di cui sopra ^^”
(3) in originale era 1oz, ma in questo caso ho dimezzato di proposito!
(4) in originale era ¼pt, ho ridotto un pò
(5) anzichè frullare tutto, la versione originale prevede che il tutto venga filtrato con un passino, schiacciando bene i funghi tritati con un cucchiaio, in modo che fuoriesca tutto il loro succo, per poi rimettere il liquido filtrato nella pentola.

lunedì 14 novembre 2011

Smashing pumpkins!


Ieri sera, dopo una faticosissima domenica all’insegna della tradizione (pigiama & bigodini, of course), a una certa ora mi è venuto un certo languorino e ho iniziato a sentire le voci. In particolare quella della zucca, che ha iniziato a sussurrarmi “accoltellami…..accoltellamiiiiii” con voce molto suadente.  All’inizio l’ho ignorata ma poi si è fatta un po’ insistente e, capite bene, non si può dire di no in eterno. Era una bellissima zucca violina di un kg e ciappilu, che nemmeno io riuscirei a magiare tutta intera da sola (ah-ah, bugia.). Sicchè, pace all’anima sua, ne ho fatto ben due cose bbbbuonissime: la parte cava l’ho cucinata così e l’ho mangiata a cena, una roba spaziale. La parte piena invece, dopo qualche attimo di tormento interiore (“sono le 11 di sera, è veramente il momento adatto?”) l’ ho destinata alla marmellata di cui sotto. E stamattina, quando ci ho fatto colazione, sono stata estremamente grata alla me-stessa-di-ieri per avere gli attacchi di voglia di cucinare ad orari improbabili.
Il sapore è delizioso, le spezie stemperano un po’ la dolcezza della zucca senza però coprirne il sapore e la consistenza è fantastica: è diversa da quella delle altre marmellate, è vellutata *_*
Sul pane ne sa, ma ho come l’idea che meriti anche abbinata a un formaggio piccantello :P

Per due vasetti da 200ml hai bisognoddì:
400g zucca (al netto degli scarti)
100g zucchero
1 stecca di cannella
1 pezzo di zenzero fresco (2-3cm)
1 cucchiaio di fiori d’arancio essiccati

Pelare lo zenzero, tagliarlo a fettine e metterlo in una casseruola insieme a 200ml d’acqua, la stecca di cannella e i fiori d’arancio. Portare a ebollizione, abbassare al minimo il fuoco e far sobbollire per 10’. Filtrare il liquido (non vi dico il profumo… *_*), eliminare i fiori d’arancio, tenere da parte zenzero e cannella. Rimettere il liquido sul fuoco e aggiungere lo zucchero, mescolando finché si scioglie. Tagliare la polpa di zucca a cubettini, quindi aggiungerla allo sciroppo, insieme a zenzero e cannella. Cuocere a fuoco lento per 30’ circa. Eliminare la stecca di cannella, frullare il resto col frullatore a immersione e rimettere sul fuoco. Portare a ebollizione e invasare. Coprire i vasetti con un panno e aspettare che raffreddino, quindi confezionare :)




Con questo barattolino partecipo al contest di "dolci nella mente"

Sono dell’opinione che la confezione dev’essere kawaii ma low cost, di solito vado a frugare nel cassetto dei nastrini e delle rafie o direttamente in cucina :P per questa ho usato carta di busta-del-pane, spago da cucina e una stecca di cannella :) 

sabato 12 novembre 2011

Il porco seduto sulle mele :)


Nonostante nella mia regione d’adozione il  porco sia apprezzato (quando non è, uhm, invocato) in tutte le sue forme, dalle salsicce al musetto, dalle braciole ai piedini io non sono una grande appassionata di maiali. Però – c’è sempre un però- ci sono alcune ricette in cui anche il porco tira fuori il meglio di se, tipo questa: il porco-speck esalta il sapore del porco-filetto e gli dà sapidità, mele e porto invece fanno contrasto con la loro dolcezza non porcellosa, e last but not least il rösti dà croccantezza al tutto,  e quindi, lode al porco! :)

Per due persone hai bisognoddì:
1 pezzo di filetto di maiale da 300-350g
12 fettine sottili di speck (circa 60g)
un piiiiiiccolo fiocchetto di burro
½ bicchiere di porto

Per le mele:
1 grossa mela fuji
1 mini fiocchetto di burro

Per i rösti:
1 grossa patata
1 spicchio d’aglio
1 pizzico di erbe di Provenza 
Un filo d’olio

Oltrechè:
Spago da cucina

Tagliare il filetto in 6 pezzi e asciugarli con carta da cucina. Scaldare  il burro in una padella e far rosolare la carne per pochi minuti, sigillandola. Tirarla fuori dalla padella e avvolgere intorno a ogni pezzetto due fettine di speck, legando il tutto con dello spago. Rimettere in padella, e quando la carne inizia a sfrigolare bagnare col porto, coprire e far cuocere per 5-10’ (se necessario aggiungere altro porto e/o un goccetto d'acqua) finché la carne sarà cotta e il sughino ristretto.
Per la mela: Sbucciare la mela, togliere il torsolo e tagliarla a cubetti di circa 1cm, scaldare il burro fino a farlo schiumare quindi saltarci i cubetti per qualche minuto: dovranno essere morbidi ma non spappolosi.
Per il rösti: sbucciare le patate, lavarle, asciugarle e grattugiarle con una grattugia a fori grossi. Mettere un filo d’olio in una padella insieme a uno spicchio d’aglio e le spezie, far scaldare e aggiungere le patate: pressarle un po’ con una forchetta (dev’essere uno strato abbastanza sottile, qualche mm), quindi abbassare il fuoco e aspettare le patate tirino fuori l’amido e si compattino, ci vorranno 5-10minuti. Quando sotto il rosti risulterà dorato girarlo con una paletta e farlo dorare sull’altro lato, ed eccolo pronto. Semplice e molto sfizioso :)  
Servire i bocconcini di filetto con le mele come base e un piccolo rösti come tetto :)

giovedì 10 novembre 2011

Nonettes speziate all'arancia


Il motivo principale per cui ho deciso di fare questi dolcetti francesi è che, nella mia buccia bacata, il loro nome significava nonnetta. Questo ha dato il là a un pippone mentale non indifferente: 
"che bellini che sono questi dolcetti, chissà se piacciono molto ai vecchietti, oppure se le nonnine francesi le preparano ai nipotini. Chissà che belline le nonnine francesi. Uhm forse non sono molto belline, mi sa che il binomio lingua francese-dentiera è causa di una pioggia di sputacchi non indifferente. Chissà quando parlano in francese, con la dentiera, mentre mangiano i dolcetti a loro intitolati: altro che pioggia, sarà una tempesta di sputacchi. Mmmhhh, però devono essere buoni, un bell'equilibrio dolce-speziato. Che strano, le nonne che conosco io considerano le spezie come delle strane, inutili polveri colorate puzzolenti. Eh, devono essere avanti queste vecchiette francesi.." e via discorrendo. 
Mi sembra scontato aggiungere che, dopo averle fatte e gustate con gioia, ho scoperto che le nonnette non c'entrano un benemerito accidente =_=" avrò letto la ricetta mentre magari pensavo a mia nonna e la mia fervida immaginazione avrà fatto il resto, oppure data la mia propensione a fare sogni assurdi (tipo quando ho sognato che il mio ragazzo aveva messo incinta Belen Rodriguez. Cioè, ok che è tanto tanto tanto bellino, però...), l'avrò sognato. BOH, fattostà che eccovi qua le nonettes, non nonnette-correlate, ma comunque degli ottimi dolcetti :)

Per 8 nonettes hai bisognoddì:
135g farina
55g zucchero
45g miele d’acacia o di fiori d’arancio
50ml acqua
50ml succo d’arancia
scorzette d’arancia
35g burro
½ bustina di lievito per dolci
½ cucchiaino cannella
½ cucchiaino zenzero macinato
½ cucchiaino noce moscata
marmellata di arance

Oltrechè:
una teglia da muffins
pirottini di carta

In un pentolino, far scaldare l’acqua insieme al miele, lo zucchero, il burro e il succo d’arancia, portando quasi ad ebollizione (80°C circa). Spegnere e aggiungere le scorzette dell’arancia tagliate con l’apposito affarino, la farina, il lievito e le spezie setacciate. Mescolare bene, con una frusta, fino a ottenere un composto omogeneo e lasciare intiepidire. Versare poi questo impasto in una teglia da muffin (meglio mettere anche i pirottini di carta), riempiendo ogni pirottino a metà. Aggiungere sopra l’impasto un cucchiaino di marmellata (dopo cottura la ritroverete al centro dei dolcetti) e infornare a 200° per 15-20 minuti.

Secondo me danno il meglio di loro accompagnati con una bella tazza di tè caldo che riprenda le loro note speziate :)



con questa ricetta partecipo al contest de "la vita segreta delle torte"



lunedì 7 novembre 2011

Ärtsoppa med fläsk , ovvero zuppa svedese di piselli spezzati & carne

Ebbene, è da quando ero (ancora più) giovane e brufolosa che ho il mito della Scandinavia: sarà perché sembra che lì tutto funzioni, sarà per quei paesaggi mozzafiato, sarà per tutti quei bei giovanotti coi capelli lunghi, fattostà che sogno di andarci da mò. Dato che i libri da studiare sono tanti e i denari pochi per ora mi limito a guardare alla Svezia da lontano (tipo dall’Ikea di Villesse), e dato che almeno uno dei miei lobi cerebrali è perennemente impegnato a pensare al cibo, guardo anche alle loro tavole imbandite :) Nel mio immaginario di giovane brufolosa gli svedesi vivevano felici di mirtilli e metallo, ma poi è arrivato in casa buccia il libro di Jamie, è arrivato google translate, e tutto ha avuto più senso :P
Dalle mie letture in giro per il web e per libri infatti ho appreso che esiste una versione di zuppa coi piselli spezzati praticamente in ogni paese del nord Europa, isole comprese, e che in Svezia è (o forse era, buh) consumata tradizionalmente il giovedì, per prepararsi al digiuno cristiano del venerdì, seguita, tanto per non rischiare di esaurire le Kcal, da una montagna di frittelle :) (ah, la Svezia, paese meraviglioso!)
Ecco quindi la zuppa di oggi, ammetto che non ha un aspetto troppo invitante e che le mie doti di fotografa (e anche le doti della mia scassatissima e compattissima Nikon, aò mica è tutta colpa mia!!! :P) si sono prese una vacanza mentre facevo questa zuppa, però vi assicuro che è davvero goduriosa, una vera coccola invernale, senza contare che si fa praticamente da sola :)

Per due persone hai bisognoddì:

150g piselli verdi secchi spezzati*
750ml acqua
2 costine di maiale (o pezzi di prosciutto cotto affumicato, o pancetta o piedi… insomma, un pezzo di porco)**
1 porro o 1 cipolla dorata piccola
Sale
½ cucchiaino di timo

* La versione originale prevede che i piselli siano gialli ma, sigghete sobbete, in Italia è difficile trovarli e io ho dovuto usare quelli verdi. Se qualcuno trova quelli gialli meglio, e magari mi spiffera anche dove si trovano :P
** in realtà per due persone basta una costina, ma basta non fare la spia alla bilancia! Anche perchè se mi becca di certo non posso usare la scusa del digiuno del giorno dopo...! 

Per servire:

pane integrale (meglio se di segale) 
senape “all’antica”, ovvero quella coi semini

Mettere a bagno i piselli in acqua fredda per almeno 4 ore o meglio tutta la notte. Dopo l’ammollo sciacquarli bene e metterli in una pentola capiente insieme all’acqua e un po’ di sale e mettere sul fornello a fuoco alto. Appena raggiunto il bollore aggiungere le costine e il porro e abbassare al minimo la fiamma. Far cuocere a fuoco dolce per un’oretta e mezza, o finchè i piselli saranno morbidi, schiumando di tanto in tanto. Quando la zuppa è cotta aggiungere il timo e servire con fette di pane tostato e senape :) 

venerdì 4 novembre 2011

Salads eat parade!




Non so com'è dalle vostre parti, ma qui oggi pare di stare in un gigantesco gomitolo di muffa. è tutto grigino, talmente umido da sembrare lanugginoso, attaccaticcio e caldiccio. Per cui, niente robe calde nella buccia-tavola di oggi, ma solo insalate! 
Questo post è nato da qualcuno,  che ha insinuato: “questa mania di mischiare il dolce e il salato, di mettere la frutta nell’insalata…ché, pensi di essere molto IN?” in realtà a parte che sì, in effetti mi sento molto IN (e mica solo quando faccio l’insalata!:D ), le insalate spaisi end friuti sono bbbbuone! Ho fatto questa scoperta un po’ tardi, grazie a una signora che lavora con mio padre che mi ha illuminato parlandomi di arance condite con olio e sale, a cui probabilmente quel giorno, che ero giovane e le stagioni sì che erano quelle di una volta,  avrei risposto “mai sentito parlare di spremute? È così che si usano le arance! Ora che sono una veterana ho deciso di diventare la paladina dei diritti delle insalate-misciotto altrimenti dette “imburdugadurasa”: le difenderò dai pregiudizi, le consolerò quando vengono insultate, le coccolerò, le preparerò, le fotograferò e poi quando saranno ben ben accecate dal flash e non potranno difendersi...GNAM!

#1 Mix:


Insalata Mix
Per una porzione hai bisognoddì:
un pugno di valeriana
1 pugno di radicchietto
Qualche foglia di rucola
½ mela Fuji a fette
30g Montasio 60gg a cubetti
Una bella grattata di noce moscata
Per condire:
Olio EVO, sale e pepe


#2 Autunnale:

Insalata autunnale
Per una porzione hai bisognoddì:
½ cespo radicchio di Verona affettato sottilmente
1 pugno di radicchietto
30g gorgonzola piccante
½ pera abate a fettine
Una manciata di caldarroste
Per condire:     
olio evo, sale e un filo di miele

#3 Speziata:

Insalata speziata
Per una porzione hai bisognoddì:
2 pugni di rucola
1 arancia pelata a vivo a fette
½ cucchiaino di zenzero macinato
Per condire:
un emulsione di: olio evo aromatizzato agli agrumi*,il succo di ½ arancia e sale

per una bottiglietta: scaldare 200ml d’olio extra vergine d’oliva (meglio se nuovo) a 40°C, quindi aggiungerci le scorzette di un’arancia e un limone e un cucchiaio di fiori d’arancio. Lasciare in infusione al fresco e al buio per un mese, filtrare e conservare :) sulle insalate e sul pesce/crostacei fa la sua figura :) 

mercoledì 2 novembre 2011

Scaloppine all’arancia e pistacchi


Per la serie “la lista degli attrezzi  che mancano nella cucina di Buccia” altri due aggeggi fon-da-men-ta-li sono stati cancellati: il passaverdure e il batticarne:  si si, lo so, non so veramente come ho fatto a sopravvivere senza :D . Il passaverdure ha generato una strana euforia che sommata alla famigerata “voglia di impastare” stress-correlata e alla classica influenza stagionale nota come “febbre da zucca” ha prodotto una quantità indicibile di gnocchi;  il batticarne invece ha salvato da morte certa l’unica padella di casa e la pentola di coccio, che sono state ingiustamente utilizzate come suo surrogato fino a questo santo giorno, in cui –finalmente- le buccy-scaloppine sono state fatte come si deve! :)
Ciancio alle bande, questa è veramente una ricetta studentesca, semplicissima, iperveloce, senza ingredienti strani (incredibilmente è apprezzata anche da colui che "la frutta con la frutta e la carne con carne, Dio bòn!" :P)  ma che dà delle soddisfazioni ^^

Per due persone hai bisognoddì:
200g fettine di vitello
2 arance
1 manciata di pistacchi al naturale
Farina qb
Sale & pepe
1 fiocchetto di burro

Oltreché:
un batticarne

Spremere le arance e filtrare il succo. Battere le fettine col batticarne, asciugarle con carta da cucina e infarinarle sbatacchiando via la farina in eccesso. Scaldare un fiocchetto di burro in una padella, quindi aggiungere le fettine (poche per volta!) e farle dorare da entrambi i lati, regolare di sale e pepe, toglierle dalla padella e tenere in caldo. Aggiungere al succo d’arancia un pizzico di farina e mescolare bene con una frusta, quindi versarlo nella stessa padella in cui ha cotto la carne, alzare la fiamma e far ridurre. Nel frattempo tostate i pistacchi in un padellino e spezzettateli. Servire le scaloppine con la salsina all’arancia e una manciata di pistacchi :) 


Io le ho accompagnate con un insalatina di valeriana, radicchietto e arance condita con olio, sale pepe e zenzero macinato :)