lunedì 27 febbraio 2012

Geleé all'arancia


Ebbene si, il momento è giunto. Ho ricominciato a correre dopo il luuuungo letargo invernale. Se ora dei poveri sfortunati udinesi udiranno i miei rantoli di fatica in giro per le strade una buona parte della colpa è del mio prof di Epidemiologia. Uno stecco nonostante gli anni, che tra un grafico che potrebbe chiamarsi “inattività fisica – fattore di rischio per TUTTO”  e una tabella stile “sovrappeso = morte certa” fa strane proposte tipo “allora, chi viene a correre con me domenica mattina???”
Cioè, già si avvicina la primavera e la mia mente è assai impegnata ad allontanare pensieri orribili e domande di cui sa già la risposta, tipo “se sbucasse fuori uno scoiattolo nel prato, tu, con la tua agilità da bradipo e i polmoni di un pesce, riusciresti a inseguirlo?” , se ci si mette anche lui il mio povero cervellino si sovraccarica e non riesce più a raccontarsela! Quindi già da tempo si paventava l’idea che Buccia, la furia paonazza, tornasse a indossare la sua tutina, ma la spinta finale, il fattore decisivo non è stata l’aterosclerosi, né il tumore de tottu (il tumore a tutto), ma le geleé. Iniziava a esserci una certa somiglianza tra me e loro.

Per un sacco di caramelle:
500ml succo d’arancia
100g zucchero
6g agar agar
2-3 cucchiai d’acqua

Mescolare lo zucchero con il succo d’arancia e farlo sciogliere a fuoco basso, quindi spegnere. Sciogliere l’agar agar  nell’acqua e portare a ebollizione e cuocere per 5’. Aggiungere l’agar agar al succo e mescolare bene. Versare negli stampini e aspettare che si rapprenda bene. Sformare le caramelle e gustare così o, se preferite, rotolate in un po’ di zucchero semolato.

Note:
- meglio usare degli stampi abbastanza regolari e senza troppi ghirigori.

lunedì 20 febbraio 2012

Zuppa di mele & zucca arrosto di Jamie Oliver


..giuro che questa è l’ultima zucca dell’anno! :P lo so che l’avevo già detto, ma non ho saputo resistere a quel grosso sorriso arancione che mi ammiccava dagli scaffali dell’ orto-frutta…
Dato che nature questa zucca non era buonissima (non era la violina, sigh!) mi è tornata in mente una ricetta che mi aveva colpito appena ho ricevuto “Great Britain”: mi aveva incuriosito molto ma non avevo avuto il coraggio di provarla… non sono abbastanza temeraria da sacrificare una delle ultime zucche violine per un esperimento. Ma una zucca burdina si.  E… Jamie ne sa una più del diavolo! Questa zuppa è splendida! La dolcezza di mele e zucca è stemperata dal peperoncino e la consistenza è buonissima (la panna gli dà quel-non-so-ché, ma anche senza è ottima!).

Per 4-6 persone:
1 zucca butternut (circa 1kg)
3 mele
1 grossa cipolla
3 peperoncini freschi*
4 spicchi d’aglio, non sbucciati e schiacciati
Olio d’oliva
Sale & pepe
Una presa di semi di coriandolo
Le foglie di un rametto di rosmarino fresco, tritate
3 cucchiai colmi di semi di zucca
Un pizzico di pepe di cayenna
400ml di acqua calda**
50ml di panna***

Opzionale: fiori commestibili

* nell'originale: 1 o 2
**nell'originale: 800ml brodo vegetale. Secondo me è già abbastanza saporita così, secondo me col brodo è troppo. Eppoi con 800ml viene troooppo liquida! 
*** nell'originale: 150ml

Pulire la zucca, tenendo da parte i semi, tagliarla a cubetti di 2,5m di lato circa. Sbucciare le mele, tagliarle in quarti e togliere il torsolo. Sbucciare e tritare finemente la cipolla. Tagliare a metà i peperoncini ed eliminare i semi. Mettere il tutto in una ciotola, aggiungere l’aglio schiacciato ma non sbucciato, il rosmarino e il coriandolo e condire con olio, sale e pepe, quindi ribaltare tutti gli ingredienti in una teglia da forno e cuocere in forno caldo a 200°C per 45’ o finché tutto sia ben cotto e dorato.
{ovviamente ho dato un assaggino anche a questo punto....bbbbbono!!!!}
Nel frattempo saltare i semi di zucca con sale, pepe, un po’ d’olio e il pepe di cayenna. Spargere i semi su una teglia e arrostire in forno per 10-15’, finché saranno tostati e tenere da parte.
Quando sono morbide e dorate, frullare le verdure in un blender (ricordatevi di togliere la buccia dell’aglio, o l’aglio tutto!), aggiungendo brodo (o acqua) quanto basta per raggiungere la consistenza che preferite. Mettete la vellutata in una pentola sul fuoco, aggiungendo la panna (tenendone da parte un po’) e scaldate gentilmente.
Dividere nelle ciotoline da zuppa, aggiungere un po’ di panna, spargere sopra i semi e, se siete proprio fescionissimi, qualche fiore fresco commestibile :)



Ricetta tratta da “Jamie’s Great Britain” di Jamie Oliver

mercoledì 15 febbraio 2012

Croccante di mandorle, a sa sarda (alias il gattò)


Sarà colpa dell'inverno, dello studio, sarà colpa della fase del ciclo lunare, o forse dello spread, fattostà che ultimamente ho una voglia di dolci epica. E dato che già normalmente lo zucchero e il burro occupano una buona fetta dei miei pensieri, vi lascio immaginare com'è la situazione ora.
Non solo. Ultimamente ho anche un sacco di voglia di Sardegna, ma il perché qui è molto più chiaro: sono offesa perché lì ha nevicato e qui no: tutto coperto da uno strato candido e foffoso, che sembra una coperta di panna o uno strato generoso di zucchero a velo...
ecco, ve l'avevo detto che la situazione era grave!
Voglia di dolci e di Sardegna, dicevamo: allora quale connubio migliore del croccante? Uno dei miei dolci sardi preferiti, simile al classico "croccante di mandorle" che si trova un po' ovunque, ma meglio :)
enjoy!

Per una quindicina di dolcetti:
200g mandorle
200g zucchero semolato
1 limone
Una quindicina di foglie di limone

Far bollire una pentola d’acqua, buttarci le mandorle e scolarle alla ripresa del bollore. Spellare le mandorle (dopo la scottatura sarà facilissimo) e tagliarle in tre parti nel senso della lunghezza. Disporre le mandorle in un unico strato su una teglia rivestita di carta forno e tostarle a 180°C per una decina di minuti, finché saranno leggermente dorate. Lasciarle raffreddare e tenere da parte. Mettere lo zucchero in una pentola abbastanza ampia e farlo sciogliere a fuoco bassissimo. Quando il caramello sarà dorato buttarci dentro le mandorle e mescolare. Lo zucchero tenderà a cristallizzarsi per poi trasformarsi di nuovo in caramello: a questo punto rovesciate questo miscuglio di mandorle e caramello su un foglio di carta forno. Appiattite il croccante tamponandolo con un ½ limone e/o con un mattarello su cui avrete strofinato il limone, fino a uno spessore omogeneo di circa ½ cm e lasciatelo raffreddare. Quando sarà freddo ma non del tutto indurito tagliatelo a rombi e disponete ogni rombo su una foglia di limone. Si conserva per un sacco di tempo, a riparo dall’umidità :)

Aggiornamenti (17/02)
- Mi è stato gentilmente fatto notare da consanguinei che non ho scritto che un altro nome del croccante è "gattò"
- il fatto di essermi dimenticata di qualcosa che collega il mondo dei gatti al mondo della cucina mi ha portato a un'intensa riflessione sulla mia esistenza. E sul gattò. E pensando pensando, quando le mie tempie erano ormai ben surriscaldate mi è venuto un dubbio amletico: "ho scritto che le mandorle è molto meglio tostarle in forno che in padella?" ecco, mi accorgo ora che non avevo scritto affatto che vanno tostate. Correggo! :)

martedì 7 febbraio 2012

Cioccolate fantasiose


Non so alle vostre latitudini, ma qui in fivviggì fa un freddo becco, ma proprio be-be-be-becco, da battere i denti (o il becco appunto, a seconda del regno animale di appartenenza). In giro si sentono tanti sistemi per affrontare il freddo, tipo i classici "accendere il riscaldamento", "non uscire di casa", o , per gli esterofili "rintronarsi di vodka" secondo la moda russa o ancora, il rimedio più folle di tutti "fare attività fisica". Tutte baggianate. C'è un unico, infallibile metodo per non battere i denti: inondarli di cioccolata. E siccome non solo fa freddo, ma neanche nevica, inondateli anche di panna, ecco.
Oggi dunque una ""ricetta"" per gustare una cioccolata degna di questo nome, che non sia zucchero marrone come la ciobar e che non costi uno sfacelo come quelle dei bar (ohoh, ho anche fatto la rima!). Ovviamente già che ci siamo aggiungiamo un tocco di aroma in più :)

Per il preparato (per 6-7 tazze):
50g cioccolato fondente al 50%
50g cioccolato fondente al 70%
100g cacao amaro
3 cucchiai di fecola di patate
3 cucchiai di zucchero di canna
Qualche idea per quel nonsocchè in più:
¼ cucchiaino di peperoncino macinato
¼ cucchiaino di cannella & ¼ di cucchiaino di noce moscata macinati
¼ cucchiaino di polvere d’arancia
1 cucchiaio di acqua di rose
1 cucchiaio di arancello

Tritare il cioccolato al coltello, passarlo al mixer finché sarà ridotto quasi in farina (ovviamente dev’essere ben freddo, se no si scioglie!), mescolarlo con il cacao, la fecola e lo zucchero, schiaffare tutto in un barattolo e conservare al fresco :)
Al momento del bisogno, mettere 3 cucchiai di preparato in un pentolino, aggiungere il vostro nonoscocché in più (i miei preferiti li sapete già… :)) e aggiungere gradualmente 125ml di latte, mescolando sempre. Mettere sul fuoco e portare a bollore a fiamma molto bassa. Cuocere fino al raggiungimento della densità desiderata, mescolando sempre. Gustare con una bella sleppa di panna :)