lunedì 17 settembre 2012

Low cost Gravlax



 …e che è sta robba? Ebbene, il gravlax (o gravad lax o gravad laks a seconda che vi troviate in Svezia, Norvegia o Danimarca) è il nome di un misto di sale/zucchero/aromi e, per estensione, il nome di un bel trancio di salmone trattato appunto con questo miscuglio. Le meraviglie dell’osmosi 
(il cui concetto è spiegato perfettamente da quest’immagine <3>


rendono le carni del fortunato salmone (dio, relativamente fortunato…) più sode e ne concentrano il gusto perché ne fanno fuoriuscire l’acqua. Quello che ne risulta assomiglia al salmone affumicato MA: sarete voi a decidere il grado di disidratazione, giocando sul tempo di riposo del nostro amico pinnuto e sarete voi a decidere le note aromatiche da dargli.
Se poi avete il braccino corto come la sottoscritta sarete anche voi a decidere che il vostro salmone in realtà è una trota salmonata e il vostro sarà un gravlax low cost :P

Per 3-4 porzioncine:
un filetto di trota salmonata (250g circa)*
3 cucchiai di sale
3 cucchiai di zucchero
Una generosa macinata di pepe nero
1 cucchiaio di aneto secco (o, meglio ancora, un mazzetto di aneto fresco)
La scorza di mezza arancia a julienne

* la mia era una trotella, quindi il mio è venuto abbastanza sottile. Direi che lo spessore ideale del filetto è intorno ai 3-3,5cm

In una ciotolina mescolare lo zucchero con il sale e una generosa macinata di pepe (non so quanto sia in termini di ‘cucchiaini’ perché uso il macinino, però abbondate! Quando poi mescolate il tutto dev’essere un po’ a pois ecco :) ). Controllare bene il filetto ed eliminare eventuali spine, quindi tamponarlo con della carta da cucina e appoggiarlo su un foglio di pellicola (grande abbastanza da poter impacchettare per bene il tutto) con la pelle rivolta verso il basso. Cospargere uniformemente tutto il filetto con il misto di zucchero/sale/pepe, quindi aggiungere sopra l’aneto e le scorzette d’arancia. Impacchettare bene il tutto e riporre in frigo, con un peso sopra, per 48h.
Trascorso questo tempo, sciacquare velocemente il filetto sotto l’acqua fredda, affettare sottilmente e… sbizzarritevi! :)

Io ieri sera ho messo nel forno due patate piccine picciò, belle pulite e spazzolate ma con la buccia, e una volta cotte le ho aperte e condite con un po’ di prezzemolo, aglio, olio e sale e ci ho schiaffato sopra un po’ di gravlax. Vi dico solo che con tutti i “mmmmhhh…”, “arf” e “OMMIODDIO è perfetto!!!” dubito seriamente che i dirimpettai abbiano capito che stavo “solo” cenando…

giovedì 13 settembre 2012

Zuppa di cozze di Julia Child



Non mi capacito ancora che tra queste pagine non compaiano ricette cozzute. A casa mia infatti, c’è una buona percentuale di mitili-dipendenti: subito dopo un molto convenzionale “bentornata” la prima cosa che esce dalla bocca baffuta di mio padre quando torno a casa è “mi raccomando. Fammi le cozze.” Secco, deciso, lapidario.
Mio fratello poi, è passato da “no, bleah, niente pesce, mi fa male, sono allergico, mi pizzica la gola, ecc” a: “oggi coi colleghi ci siamo sparati 3kg di cozze a testa”. A quanto pare il suo gene cozzuto era solo a espressione ritardata.
E poi bè, c’è la vostra Buccia, che quando passa in pescheria se non esce con almeno un sacchetto non si sente a posto con la coscienza :)
Questa volta non ho optato per la classica impepata né per il mio cavallo di battaglia, le cozze gratinate, ma sono andata a spulciare il librone della Child a caccia di qualcosa di francese e burreggiante. Ebbene, una zuppa spaziale! Molto diversa dalle nostre zuppe di pesce, vellutata e pannosa, non certo una roba da ogni giorno, ma da leccarsi i baffi! (e a proposito di baffi, babbo, tieni a mente questa per il mio prossimo rientro! :) )

Per 6:
Per le cozze:
2 - 3,5 kg cozze
145ml vino bianco secco
8 cucchiai di cipollotti tritati
8 gambi di prezzemolo
½ foglia d’alloro
¼ cucchiaio di timo
1 grattata di pepe nero
¼ cucchiaio di curry
Un pizzico di semi di finocchio
1 spicchio d’aglio
Per la salsa:
45g burro
45g farina
2 tuorli
140ml panna fresca
Succo di limone
570-1400ml latte
30g burro per finire (io l’ho omesso)

Le cozze: Scaldare il vino con tutti gli aromi e far bollire per 2-3 minuti, per far evaporare l’alcool. Aggiungere le cozze (pulite e spazzolate, of course), coprire la pentola e tenere su fuoco alto, agitando spesso la pentola in modo da muovere le conchiglie. Entro 5’ le cozze saranno aperte. Sgusciare le cozze e tenerle da parte. riportare a bollore il liquido di cottura e farlo stringere un po’, ma non troppo o diverrà salato: quindi attenzione, assaggiare spesso! Tenere da parte 145ml di liquido da usare per la salsa.
La base della salsa: In una pentola scaldare 45g di burro e, quando inizia a sfrigolare, aggiungere la farina tutta insieme: proseguire la cottura mescolando vigorosamente con un cucchiaio di legno per due minuti, senza far colorire. Togliere il roux dal fuoco e aggiungerci il liquido di cottura delle cozze, sbattendo il tutto bene con una frusta, portare a bollore, mescolando, per un minuto: la salsa sarà bella spessa. Sbattere i tuorli con la panna in una ciotola: aggiungere gradualmente la salsa ai tuorli, sempre sbattendo. Rimettere tutto nella pentola e scaldare dolcemente il tutto, mescolando sempre. Far bollire per un minuto quindi spegnere e regolare di sale, pepe e succo di limone.
Finalmente zuppa! : Aggiungere il latte bollente alla salsa, a filo, sempre mescolando, fino a raggiungere la consistenza desiderata. Aggiungere le cozze e scaldare nuovamente. Fuori dal fuoco, subito prima di servire, aggiungere i 30g di burro restanti, mescolare bene e servire guarnendo con prezzemolo tritato.
Note:
- nel libro le dosi delle cozze sono in qts, che è una misura di capacità. 1qt = 1,14l. Secondo il mio contenitore Ikea dosato da un l, un qt corrisponde circa a 700g di cozze.

Ricetta tratta da “Mastering the Art of French Cooking” di Julia Child

lunedì 10 settembre 2012

Focaccine dolci alla ricotta e vaniglia



Se qualcuno di voi è così tecnologico e interconnesso e interfacciato da aver guardato la pagina fèisbùc di Banana Split negli ultimi giorni avrà notato che ho avuto un attacco di shopping compulsivo. Borse? Vestiti? Scarpe?
Seeeee
Vaniglia bourbon del Madagascar! E siccome le cose o si fanno bene, o non si fanno per niente: 100 bacche! (no bè, in realtà ho preso anche delle scarpe. A mia discolpa posso solo dire che sono lilla a pois *_*)
Le ho trovate di rientro dalla palestra, nel loro bel pacchetto accoccolato nella cassetta della posta. Dopo averle scartate, studiate, annusate e maneggiate un po’ mi sono ricordata di questa ricetta che mi aveva colpito su Sale & Pepe di questo mese e..letto fatto! :)
Sono PER-FET-TE! Dolci quanto basta, vanigliose e di una sofficità unica! *_* Se sopravvivono alla prova freezer saranno un must delle mie colazioni :) anche perché, se ci pensate, sono anche abbastanza equilibrate e sane, per essere così buone! :)

Ps – Si, mi piacciono le tovagliette da colazione :D questa è la tovaglietta ‘motivazionale’: basta guardarla per aver voglia di correre :D

Per 10 focaccine:
400g farina 00
300g ricotta (*)
120g zucchero
1 baccello di vaniglia o un cucchiaino di estratto di vaniglia
25g lievito di birra
2 cucchiai di latte
2 cucchiai d’olio
1 uovo
Un pizzico di sale

(*) romana nella versione originale, friulana nella mia :P l’importante è che sia fresca e buona!

Sciogliere il lievito con un 1dl d’acqua tiepida e un cucchiaino di zucchero, unire 50g di farina, mescolare e lasciar riposare in luogo tiepido per 30’. Aggiungere la farina rimasta e 100g di zucchero, la ricotta, il sale, i semini della bacca di vaniglia e l’olio e impastare tutti gli ingredienti per 10’. Trasferire l’impasto in una ciotola, coprire con un panno e far lievitare per un’ora e mezza.
Sgonfiare leggermente la pasta senza lavorarla, dividerla in 10 panetti e schiacciarli leggermente con le mani su una teglia rivestita con carta forno.
Far lievitare le focaccine coperte per 30’, quindi spennellarle con l’uovo sbattuto con il latte, cospargerle con lo zucchero rimasto e infornare a 180°C per 30’.

Ricetta tratta da ‘sale e pepe’ di Settembre (“delizie alla ricotta”)

Note:
Non credo di averlo mai scritto prima ma…non le butterete mica le bacche di vaniglia usate, vero?!? Ci si può aromatizzare il mondo! Si possono tagliuzzare e mettere in un vasetto di zucchero o di sale per un condimento aromatico, si possono schiaffare in una lattina di tè sfuso con magari qualche scorzetta di limone (yummy) e taaante altre cose!
Sempre a proposito di bacche ‘scariche’, presto vi renderò partecipi di una ricettina semplice ma troppo carina direttamente da Elle à table :) 

mercoledì 5 settembre 2012

Confettura di pesche gialle, limone e lavanda



Sono ancora in modalità revival (credo sia una delle mie parole preferite) estivo e sono riuscita a scovare delle buonissime pesche nettarine e ad accaparrarmele prima che venga definitivamente la loro ora (ma per quella volta avrò sicuramente di ché consolarmi. Fichi? Chi ha detto fichi? ). La loro vista mi ha ricordato una cosa di cui non vado fiera: quest’anno non ho ancora fatto la mia preferita tra le confetture dell’estate: aromatica, fruttosa e dolce al punto giusto. Ovviamente ho recuperato! :)


Per 4 vasetti medi:
1 kg pesche a polpa gialla non trattate
300g zucchero
1 busta fruttapec 3:1*
2 limoni non trattati
2 cucchiai di fiori di lavanda essiccati

* si può anche comprare la pectina in farmacia, il dosaggio è sempre in rapporto alla quantità di zucchero. Chiedete e vi sarà detto!:)

Lavare le pesche, tagliarle in quarti ed eliminare il nocciolo, quindi affettarle mooolto finemente e schiaffarle in una pentola ampia e dal fondo spesso.
Mescolare lo zucchero con la pectina, la scorza grattugiata di un limone e un cucchiaio di fiori di lavanda. Aggiungere a freddo lo zucchero/pectina/eccetera alla frutta e mescolare bene. Mettere la pentola sul fuoco alto e portare a bollore, mescolando spesso. Da quando le bolle si fanno potenti e sono presenti ovunque, sia ai bordi che al centro, calcolare 3’ di cottura, quindi spegnere. Aggiungere la lavanda rimasta e la scorza del secondo limone, questa volta tagliata con il riga limoni (volete mettere la soddisfazione di trovare le scorzettine?!? :) ). Invasettare, sterilizzare e etichettare! 

sabato 1 settembre 2012

Insalata di pesche nettarine, pomodori e mozzarella di bufala


Ieri è successa una cosa strana. Credo che l’aereo in cui sono salita fosse in realtà una macchina del tempo o un marchingegno simile camuffato coi colori della Ryanair. Sono decollata da un’assolata Cagliari, con ancora la sabbia in mezzo alle dita dei piedi, i capelli profumati di sale e l’udito ovattato dai concerti in spiaggia, per poi atterrare in un gelido e plumbeo fivviggì, dove i miei piedi sono stati sorpresi dalla fanghiglia, i capelli a contatto con il 101% di umidità si sono istantaneamente elettrizzati, robe che neanche Mufasa, e l’unica cosa che mi ronza nelle orecchie è: devi studiare/mettere in ordine/lavare/sistemare.
Dev’essere successo qualcosa in quel (finto) velivolo, probabilmente mentre me la dormivo alla grossa con la bocca aperta (ma con classe, ovvio).
Io rimango aggrappata all’idea che sia ancora estate, e questa sarà la mia cena dell’autoconvincimento. Ecco.

Per due:
2 pesche nettarine mature
6 pomodori di diverse qualità e punto di maturazione
Qualche goccia di succo di limone
1 cucchiaio di olio EVO
Sale & pepe
2 mozzarelle di bufala
6 foglie di basilico viola (sigh, io non l’ho trovato e ho usato il classico)
1 cucchiaio di olio al basilico(*)
Aceto balsamico

(*) mettere nel bicchiere di un frullatore a immersione le foglie di tre bei mazzi di basilico, uno spicchio d’aglio pelato e un pizzico di sale e pepe. Azionare il frullatore e versare gradualmente 200ml d’olio EVO.

Tagliare le pesche a metà, togliere il nocciolo e tagliare ogni metà in tre fette. Affettare i pomodori. Mettere pomodori e pesche in una ciotola e cospargere con un po’ di succo di limone. Condire con dell’olio e regolare di sale e pepe. Aprire le mozzarelle con le mani, e disporne due metà per ogni piatto. Assemblare l’insalata alternando le fette di pesca e di pomodoro con il basilico, aggiungendo un po’ di olio al basilico tra uno strato e l’altro. Aggiungere, se piace, una spruzzata di aceto balsamico. Insolita, fresca, buonissima!

La ricetta è della chef Skye Gyngell ed è tratta da ‘Vegetarian’ di Alice Hart