sabato 26 aprile 2014

Il quinto quarto in Sardegna: Sa trattalìa (di Nonna Cia ♥)


Io non sono una fanatica di interiora,  ma non certo per una questione di stomaco debole, infatti se il fegato alla veneziana, le bistecche di cuore, i fegatini di pollo non mi fanno impazzire, ci sono due cose che mi fanno letteralmente uscire di zucca: la testina al forno e la trattalìa allo spiedo. Babba bia che bontà.
Sarà perché sono pietanze legate a ricordi di infanzia, ma non le ho mai viste come cose truculente, ma come regalini che solo nonno e nonna ci facevano, che sicuro mia mamma non si metteva a spaccare a metà teste di agnello e cuocerle in forno né tantomeno a lavare intestini per confezionare simpatici involtini di interiora.
Sono il ricordo delle merende alternative a casa dei nonni, che spesso erano le patate di nonno, rigorosamente “fritte nell’olio”, come dice lui, che non sia mai qualcuno pensi che le frigga nell’acqua.
Ma se per caso qualcuno aveva comprato un agnello e se per caso l’ora della merenda era passata e si avvicinava l’ora del pranzo o della cena potete stare certi che  all’urlo di “chi vuole il cervellino venga quiiiiii” o di trattalìa prontaaaa!!” noi nipotini ci scapicollavamo come neanche un nugolo di locuste affamate per accaparracene un po’.
Recentemente, memore della mia infanzia felice, covavo una certa voglina di trattalìa , che, lo ammetto, non ho mancato di esternare smaronando sia nonna Cia che zio Br1 con varie e non troppo sottili allusioni ai suddetti bei vecchi tempi andati,  finchè, qualche giorno fa le mie preghierine sono state ascoltate.
Boh, sarà che il santo protettore delle bucce –che evidentemente ha un po’ di astio per il santo protettore degli agnelli-  mi ha preso in simpatia, sarà che qui in Sardegna per Pasqua a me hanno regalato le uova, ma a mio babbo un bell’agnello, e sarà semplicemente che ho una nonnina adorabile, ma fattostà che i miei desideri sono stati esauditi <3 nbsp="">
E quindi eccola qui, la trattalìa di nonna, una delle cose più megabuonissime e particolari che si possano mangiare in terra sarda :)


Per una trattalìa (che sfamerà 4 persone di buona forchetta :P):
Le interiora di un agnello o di un capretto:
fegato
cuore
polmoni
milza
omento[1]
ghiandole varie (parotidi, tiroide, timo)
Intestino (si utilizza solo il tenue)
Un pezzo di lardo crudo di maiale
Un moddissosu (= pane di patate) o pasta dura
Sale

Sciacquare sotto l’acqua corrente i vari organi, lavare molto bene l’intestino: questo è un punto foooondamentale: l’intestino va sciacquato sotto l’acqua corrente, un sacco di volte, facendovi scorrere l’acqua sia dentro che fuori l’intestino stesso, finché sarà perfettamente pulito, roseo, e senza nessun residuo. Importante è anche che l’intestino non deve essere tagliato, ma và tenuto intero.

Preparare i vari pezzi:
·         tagliare gli organi in pezzi di circa 5x5cm e tenerli da parte;
·         tagliare  il pane in fette di circa 2cm e grandezza sempre 5x5 (dimensioni orientative, eh!);
·         Tagliare il lardo di maiale[2] in pezzi di 5x5cm e spessore di circa mezzo cm.
·         Formare una matassina ordinata con l’intestino, in modo che quando sarà il momento di avvolgerlo intorno allo spiedo, non si attorcigli.

Dopo che i pezzi sono tutti pronti, preparare la trattalìa: 
In uno spiedo, infilare un pezzo di fegato, un pezzo di polmone, poi un pezzo di pane e un pezzo di lardo (1,2,3). 

Continuare alternando pezzi di organi a pane e lardo. avvolgere il tutto con l’omento (4), fermandolo eventualmente con uno stecchino. Infilzare un capo dell’intestino nello spiedo, poi arrotolarlo tutto intorno alla trattalìa, tendendo l’intestino con una mano, e girando lentamente lo spiedo con l’altra: fare attenzione che la matassina di intestino si svolga ordinatamente o vi ritroverete con un mega nodo (5) :P 

Quando tutta la trattalìa è avvolta, per fermare il capo dell’intestino, sollevare un pezzo di intestino già avvolto, infilarci sotto il capo libero e fermarlo con un nodo.
Appoggiare lo spiedo su una ciotola (6), in modo che l’umidità della trattalìa sgoccioli. Salare bene la trattalìa su tutti i lati.


Preparare il forno a legna:
in un lato del forno posizionare il sostegno per lo spiedo, quindi accendere il fuoco.
Quando le braci sono pronte e il forno caldo, spostare tutte le braci e i tizzoni a lato del forno e mettere lo spiedo a circa 30cm dalle braci, appoggiandolo sul sostegno precedentemente posizionato da un lato e fissandolo sul girarrosto dall’altro. Accendere il girarrosto e lasciare la trattalìa in pace, a cuocere per circa 40-60’ (7).
A fine cottura la trattalìa sarà dorata e croccante fuori e tenera dentro  ♥
Bloccare il girarrosto, prendere lo spiedo con uno strofinaccio e appoggiarlo in una ciotola (9). Tagliare la trattalìa in pezzi di circa 15 cm (8), quindi sfilare i vari pezzi dallo spiedo (sfilandola intera il rischio che si rompa è più che concreto :P), aiutandosi con il lato non tagliente di un coltello.

Non resta che leccarsi i baffi!! *_* a ogni boccone ci sarà il croccantissimo della crosticina esterna, la morbidezza e la scioglievolezza dell'interno *_* robe dell'altro mondo!


questa è nientepopò di meno che la mia proposta per l'MTC di questo mese!




[1] L’omento è una membrana sottile, ricoperta di tralci di grasso, che dallo stomaco scende sull’intestino ricoprendolo, come una sorta di grembiule;
[2] Il nonno aveva comprato una coscia di maiale intera, e noi abbiamo ricavato i pezzi di lardo dal grasso sottocutaneo della coscia in questione ;)

venerdì 11 aprile 2014

Una schiscetta per amica


Sono viva!
Sotto esami, ma viva. 
Gli effetti negativi dello studio intenso si sprecano, una budinizzazione che non vi dico, che gli unici allenamenti che faccio sono “sollevamento libri”, tra l’altro vanificato dall’altra faccia della medaglia: il sollevamento forchetta, un abbigliamento ancora più casual (nel senso di “a caso”) del solito.
La vita sociale poi. E che è?
Di solito in queste situazioni raggiungo l’involuzione più completa, che mi costringe a un legame indossolubile con il pigiama. Legame che viene spezzato solo quando una doccia non è più procastinabile, e solo per essere sostituito da un legame più forte con un nuovo pigiama, in una sorta di peccaminosissimo “chiodo scaccia chiodo” in versione pigiamesca.
Ma questa volta no.
Questa volta il pericolo è stato sventato dall’altrettanto insano rapporto tra me e la biblioteca di medicina: un posto che da dipendenza. Una volta che inizi a studiare lì non riesci a farne a meno: tavoli enormi, silenzio di tomba, e tutti i libri che ti servono (ovvero “la storia di come gli 80€ del libro di Medicina Legale sono diventati gli 80€ degli stivaletti da biker che ho puntato un mese fa” ). E soprattutto 0 distrazioni, che se per caso sei scazzato e inizi a guardarti intorno vedi solo nuche chinate sui libri, e il senso di colpa (ehm, cioè, l’amore per lo studio), ti riassale.
Ma poi arriva la pausa pranzo: quel momento magico in cui, accovacciata su un marciapiede, cerco di prendere quel po’ di sole che mi impedisce di diventare rachitica; 
quel momento in cui l’ultimo baluardo di mangiona che è in me resiste all’onda travolgente dello studio matto e disperatissimo: perché io dico NO al pranzo al  bar, io dico SI alla schiscetta!


#1 “OGGI GIUSTO UN PANINO”:  panino integrale con salmone, asparagi e mela verde

Per una porzione:
2 fette di pane di segale con semi misti crucchia-style
2 fettine di salmone affumicato
2 fettine di mela Granny smith (sbucciata)
Qualche foglia di scarola
4-5 asparagi verdi sottili
Sale & pepe


Sciacquare gli asparagi, tagliare le punte (circa 5-6cm) e, se necessario, pelare i gambi (i miei erano quelli sottili e teneri, non ce n’è stato bisogno). Lessare in abbondante acqua leggermente salata i gambi per 5’ e le punte per 2’. Scolare e lasciar raffreddare. Condire gli asparagi con una grattatina di pepe.
Tostare le fette di pane solo da un lato: per un panino croccante fuori e tenero dentro ;) 
Assemblare il panino mettendo tutti gli ingredienti nell’ordine che preferite, per me: fetta di pane – scarola – mela -  salmone – asparagi. GNAMMY!
NB se, come me, il panino lo preparate alle 8 per poi mangiarlo alle 13, è meglio non mettere il condimento dentro al pane, che se no si ammoscia: io impilo tutti gli ingredienti per il condimento, li avvolgo con la stagnola e poi al momento del pranzo assemblo ;)


#2 “COME TI RICICLO LE VERDURE ARROSTITE”: cous cous speziato con verdure al forno

Per una porzione:
50g cous cous
½ cucchiaino di ras el hanout (*)
1 cucchiaino di olio
Un pizzico di sale
200g di verdure arrostite miste: melanzane, peperoni, scalogno

Versare in un pentolino 50ml d’acqua insieme a un cucchiaino d’olio e un pizzico di sale. Portare a bollore, quindi aggiungere il cous cous e il ras el hanout, coprire e spegnere il fuoco. Lasciar riposare una decina di minuti, quindi sgranare con una forchetta. Mescolare il cous cous alle verdure (esatto, proprio quelle avanzate dalla cena prima :D) e via, nella schiscetta!

(*) il ras el hanout è una miscela di spezie marocchina, ogni bottega ha la sua ricetta credo, nella mia dentro c’è cannella, noce moscata, coriandolo, zenzero, curcuma, pepe nero, chiodi di garofano


#3 “SPRING TIME”: riso selvaggio con zucchine, basilico e limone confit

Per una porzione:
50g riso a chicco lungo selvaggio
1 zucchina
Qualche foglia di basilico
1 spicchietto d’aglio
Olio evo
Sale e pepe

Lessare il riso in abbondante acqua seguendo le istruzioni della confezione: la mia dice di cuocerlo per 30-35 minuti, aggiungendo il sale solo a 10’ dalla fine della cottura. Scolare e lasciar raffreddare.
Lavare e mondare la zucchina, tagliarla in quattro per il lungo e poi a fettine di un cm circa.
Scolare lo spicchio di limone dalla sua salamoia, sciacquarlo sotto l’acqua corrente, eliminare la polpa e tagliare la scorza a cubetti piccoli.
Scaldare un goccetto d’olio con uno spicchio d’aglio schiacciato, in modo che si insaporisca un po’. Eliminare l’aglio, quindi aggiungere le zucchine e saltarle brevemente a fuoco vivace,  le vogliamo dorate e croccanti ;)
Mescolare il riso con le zucchine ormai raffreddate, qualche foglia di basilico spezzettata e il limone. Pronto!

Note:
  • A parte il panino, che è meglio assemblarlo al momento, le altre schiscettine possono essere tranquillamente preparate la sera prima ;)
  • Le foto sono fatte col cellulare: chiedo venia, ma rendono bene lo spirito on the road (letteralmente) dei miei pranzi, non trovate? :D